Cominciamo dalla base, partiamo dal
camminare abbracciati, nel tango si sono stabilite delle regole, la
maggioranza le abbiamo imparato per osservazione. Così, molte volte,
ho cercato di ricordare le cose che vedevo in pista, erano gli anni
novanta e molte cose erano già del passato. Comunque le cose che mi
ricordo alcuni maestri le insegnano come regole indiscusse, una cosa
che cerco di non dimenticare è che il tango non si è fatto in un
giorno, non è stato sempre uguale, tutti i maestri hanno le proprie
opinioni al riguardo e insegnano quello.
Quando io ho iniziato a ballare andavo
alle pratiche e ballavo con i vecchi, che non ti spiegavano niente,
praticamente se ti dicevano qualcosa era “zitta e ascolta” (anche
in versioni più educate) c'era molto maschilismo insomma.
Ma così, aldilà delle sofferenze
(ognuno poi le vive a modo suo), si imparava lo stesso.
La pista gira nel senso antiorario o
meglio gira nel senso della terra.
Le coppie vanno in ordine le une dietro
le altre e non cercano di sorpassare quello davanti. Quello davanti
cercherà di non andare indietro e troverà gli spazi per fare ciò
che la musica le ispira e per aspettare che quello davanti faccia il
suo percorso.
Le mie riflessioni si fanno avanti: Se
ci sono troppe coppie in pista la sfida è quella di fare il meglio
della nostra interpretazione musciale ma senza intaccare lo spazio
altrui, quindi il fare diventa molto più piccolo. Anche la musica
“utile” è più marcata, senza variazioni che ci fanno perdere la
testa e dimenticare che siamo nella terra con gli altri.
Il tango può essere un incontro anche
molto semplice.
Le cose che per me sono importanti:
camminata pulita, con le direzioni precise.
Il pivot (perno) si utilizza per
cambiare la direzione insieme al bacino, di base non usiamo diagonali
sono laterali o passi avanti/indietro che cambiano direzione.
Di base, poi andando avanti si capisce
che la direzione nella pista contiene quelle direzioni all'interno e
che tenderanno ad essere centripete, e che se non c'è tanto spazio o
flessibilità dentro l'abbraccio invece di un pivot, può diventare
funzionale l'apertura dell'anca nella persona che tradizionalmente
segue e va indietro.
L'abbraccio è strutturato ma non
rigido, è passibile di modifiche sempre che serva alla funzionalità
di ciò che stiamo eseguendo.
Ognuno si prende la responsabilità del
proprio peso e dello “stare in musica”.
Tenere conto che la persona che segue
andando indietro non vede e molte volte può accadere che si senta
così a suo agio da chiudere gli occhi, o che li chiuda per meglio
ascoltare e concentrarsi nell'interno dell'abbraccio.
Rispettare lo spazio dell'altro nella
coppia e degli altri nella pista.
Respirare.
Poi io vedo la pista come una scena, ci
deve essere connessione e coordinazione tra tutti.
L'eleganza è l'animo gentile e la
leggerezza che ci portiamo dentro. O la profondità e lo stare molto
a terra, che può diventare il contrapposto o il complemento di
quell'atteggiamento citato prima.
Andare indietro per chi guida significa
stare molto attenti a chi ci sta dietro oppure girare il passo
indietro verso l'esterno della pista. Ballare nel giro esterno della
pista vuol dire rispettare la ronda, altrimenti chi non riesce a
stare in quello spazio passa nel giro interno dove può andare al
proprio tempo e magari usare lo spazio diversamente ma non si passa
da un cerchio all'altro indiscriminatamente perché in una pista
affollata si crea confusione. Sarebbe sempre bello avere dei grandi
spazi per stare comodi e sperimentare liberamente, ma questo non è
sempre possibile, quindi ci adattiamo.
Via de Pepoli 1/a. Piazza Santo Stefano. Bologna
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